Autore: |
Gonzales Lolo
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Artista: |
Gonzales Cava Javier
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Editore: |
Red Mojo
Cranio Creations |
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Numero giocatori: | 1 - 4 | ||||||
Durata media: | 150 minuti | ||||||
Tipologia giocatori: | Da 14 anni | ||||||
Ambientazione: | Sviluppare e fare prosperare la propria Tribù sulle isole Canarie. | ||||||
Categoria: |
Civilizzazione
Cooperazione Esplorazione Sviluppo-Ampliamento |
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Meccanica: |
Piazzamento lavoratori
Controllo Aree Posare tessere-pedine-ecc. Scambio risorse |
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Motore: |
Carte
Uso di risorse varie, segnalini, pezzi speciali |
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Componenti: | Visualizza la lista dei componenti | ||||||
Materiale Utile |
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Grafica: | 8 |
Regolamento: | 6 |
Gradimento: | 8 |
Fortuna: | 0 |
Difficoltà: | 5 |
Valutazione BGG | |
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Voto: | 7.22 |
Votanti: | 640 |
Classifica: | #4132 |
Valutazione riviste | |
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Ilsa: | N.D. |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | C |
Win Magazine: | N.D. |
Per quanto ne so TINDAYA è il secondo gioco dedicato alle Canarie, ma mentre il primo (West of Africa) si concentrava soprattutto sulla produzione ed il commercio via mare nel periodo medievale e rinascimentale, questo si basa sulla vita dei nativi, la loro capacità di migliorare le loro conoscenze “tecnologiche”, sopravvivere alle calamità naturali, oltre a guadagnarsi il favore degli Dei. Si tratta di un titolo abbastanza complesso per giocatori esperti che può essere giocato in modalità “competitiva” o “cooperativa”.
Il “tabellone” viene preparato aggiungendo a delle plance di cartone con 14 caselle esagonali (di cui 1 con un vulcano e le altre di mare) delle tessere di terreno (costa, foresta e montagna) da accoppiare ai vulcani per formare un certo numero di isole: poi i giocatori, a turno, piazzano due loro insediamenti sulle isole e preparano la loro plancia personale, sulla quale sono ospitati i nativi da spostare in campo e dove verranno programmate le azioni.
Due speciali “plance in verticale” rappresentano il monte sacro di Tindaya, (che si trova in realtà nell’isola di Fuerteventura, sempre nell’arcipelago delle Canarie) dove si porteranno offerte agli Dei perché siano propizi, e le Terre Selvagge, che ospitano gli animali da addomesticare ed allevare (suini e capre).
A turno i giocatori scelgono 1 o 2 delle loro azioni per esplorare il territorio, cercare di incamerare risorse (legno, argilla, roccia e ossidiana), imparare nuovi mestieri, coltivare i campi, allevare il bestiame, raccogliere cibo, costruire delle armi, ecc. Il gioco si svolge in tre Ere ed ognuna di esse è divisa in diversi turni che possono durare più o meno in base alla disponibilità delle azioni.
Bisogna anche cercare di attaccare i capisaldi che gli Spagnoli cercano di creare nelle isole (costruendo dei fortini ed occupandoli con dei soldati) e fare offerte agli Dei perché non siano troppo severi con la popolazione. Al termine di ogni Era infatti ci saranno delle calamità naturali o delle catastrofi provocate dall’ira degli Dei che saranno tanto più forti ed ampie quanto più i popoli li avranno fatti arrabbiare.
Alla fine della terza Era il gioco finisce e si contano i Punti Vittoria (PV) ottenuti dai giocatori: vince chi ha il totale più alto. Nella versione cooperativa invece si vince o si perde tutti insieme in base alla riuscita o meno della missione che era stata affidata ai giocatori.
La mia preferita è ovviamente la versione “competitiva” di TINDAYA, anche se è quasi impossibile portare al termine positivamente la partita se non si collabora attivamente con le altre “tribù”. Ognuna di esse ha a disposizione due “Nobili” e 7 “paesani”: i primi servono ad eseguire le azioni più importanti, come le esplorazioni via mare (costruendo delle canoe con i tronchi degli alberi), l’apprendimento di nuovi mestieri (andando ad impararli dalle altre tribù), le offerte agli Dei (da fare esclusivamente nei vulcani), gli attacchi ai fortini (portando uomini e armi), ecc.
In “Paesani” invece sono indispensabili per la produzione (grano, latte, formaggio, pesce salato, carne affumicata, ecc.) e l’allevamento o la macellazione del bestiame (suini o capre): inoltre si riproducono (generando nuovi paesani) ma alla fine di ogni Era devono essere nutriti, altrimenti muoiono di fame e gli Dei si arrabbiano molto. Il bestiame deve essere posizionato negli insediamenti a questo dedicati, ma serve almeno un nativo per controllarli (Nobile o Paesano), altrimenti gli animali scappano e tornano nelle Terre selvagge.
A fine Era si scatenano dei fenomeni naturali (tsunami o eruzione dei vulcani) che possono sommergere le isole (si tolgono tutte le tessere terreno con quello che hanno sopra per fare apparire gli esagoni di mare) o coprirle di lava (si sostituiscono le tessere di costa e bosco con altre di sola roccia). Anche gli Dei mandano un “castigo” a fine Era, ma l’area interessata varia molto a seconda del grado di “ira” raggiunto da ogni Dio, e quest’ultima è causata da scarse offerte, spreco di cibo e morte dei nativi, ecc.
Fortunatamente è possibile sapere in anticipo dove colpiranno queste catastrofi mantenendo acceso il ”fuoco sacro” che illumina due veggenti: il primo (Tibiabin) fa girare la carta che indica le isole colpite (quindi i giocatori, conoscendole, potranno evacuarle in tempo), mentre la seconda (Tamionate) scopre che tipo di “castigo” stanno per mandare gli Dei. Facendo adeguate offerte sul monte TIndaya sarà possibile limitare la portata di questi castighi facendo in modo che la popolazione si sposti per tempo su un’isola diversa.
Infine gli insediamenti spagnoli sono da combattere appena possibile per evitare che proliferino troppo e che i giocatori perdano la partita se il numero dei soldati supera il massimo ammissibile per mantenere l’arcipelago sotto il controllo dei nativi.
Tindaya è il nome di una piccola montagna di origine vulcanica (alta circa 400 metri) che sorge nell’isola di Fuerteventura (arcipelago delle Canarie): per la sua forma a piramide (con quattro lati triangolari) e la sua struttura di marmo rosso colpì l’immaginazione degli aborigeni che la considerarono una montagna sacra.
E Tindaya è anche il titolo di un gioco pubblicato in Italia da Cranio Creations per 1-4 partecipanti: l’autore è spagnolo e l’ha ambientato, appunto, nelle Canarie. Anticipiamo subito che si tratta di un’opera abbastanza complessa, dedicata a giocatori esperti che non hanno paura di leggersi (più volte) un regolamento molto articolato e di restare poi seduti al tavolo per circa 2 ore a partita, ma diciamo anche che aiutare i nativi canari a sopravvivere ai cataclismi naturali che si scatenano sull’isola e all’ira di due Dei piuttosto “suscettibili”… alla fine dà una grande soddisfazione.
Perciò proviamo ora a raccontare come funziona il gioco cercando di non annoiarvi entrando troppo nei particolari, ma sappiate che non sarà comunque una recensione particolarmente leggera. Sperando inoltre di fare cosa gradita ai nostri lettori (soprattutto a chi dovrà poi spiegare il gioco agli amici) abbiamo preparato anche delle tabelle “riassuntive” abbastanza dettagliate che dovrebbero aiutarvi a “memorizzare” più facilmente le azioni descritte nel regolamento.
Continua a leggere su balenaludens.itRivista | Numero | Anno | Titolo articolo | Pagina | Autore | Tipo articolo |
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