Autore: |
Knizia Reiner
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Artista: |
Desmid Ingrid
|
Editore: |
Space Cowboys
Asmodée |
Numero giocatori: | 2 |
Durata media: | 45 minuti |
Tipologia giocatori: | Da 10 anni |
Ambientazione: | Invasione di formiche assassine per controllare un regione |
Categoria: |
Roll and Write
|
Meccanica: |
Combinazioni-Allineamenti
Controllo Aree |
Motore: |
Dadi
Tessere |
Componenti: | Visualizza la lista dei componenti |
Grafica: | 6 |
Regolamento: | 7 |
Gradimento: | 7 |
Fortuna: | 2 |
Difficoltà: | 3 |
Valutazione BGG | |
---|---|
Voto: | 7.58 |
Votanti: | 554 |
Classifica: | #3414 |
Valutazione riviste | |
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Ilsa: | N.D. |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | N.D. |
Win Magazine: | N.D. |
MARABUNTA appartiene alla categoria dei “Roll & Write”, giochi in cui si lanciano dei dadi e si anneriscono o si cancellano delle caselle su una plancia. In questo caso però l’autore, Reiner Knizia, ha aggiunto parecchie novità al meccanismo di base, inclusa una mappa da esplorare e 9 tessere con azioni speciali.
I due avversari hanno di fronte un piccolo tabellone (in tre parti da montare), su cui è stata sovraimpressa una griglia di esagoni: esso è diviso in 6 aree colorate di forma diversa e gli vengono “agganciate” (tramite un incastro) le due plance dei giocatori. La superficie lucida di tabellone e plance permette di utilizzare dei pennarelli colorati lavabili (blu e rosso) per marcare le caselle.
Il giocatore di turno gira la prima tessera della pila e lancia sei dadi “D6” speciali su cui sono stampati dei numeri colorati (0-1-2-3) e due simboli (insegna e cassa): poi prepara due “riserve”, una delle quali contiene la tessera e un certo numero di dadi, mentre l’altra riceve i dadi rimasti. L’avversario sceglie una delle due riserve e il giocatore di turno prende l’altra.
Poi entrambi, partendo dal primo, eseguono le azioni dei dadi e della tessera, marcando i numeri sulle caselle del tabellone, barrando le “casse” sulla propria plancia e utilizzando le insegne per riempire dei cerchietti che appartengono ai diversi territori colorati. Da notare che le caselle possono essere marcate solo se adiacenti ad altre del proprio colore
Il gioco finisce in vari modi e si passa al conteggio dei Punti Vittoria (PV), come indicato nel commento sottostante: chi ottiene il totale più alto vince la partita.
Per vincere una partita a MARABUNTA bisogna capire fin dall’inizio come si fanno i PV: ogni territorio è collegato ad una speciale tabella a forma di foglia, con 6 caselle bianche, 2 rosse e 2 blu. Quando un giocatore utilizza un’insegna deve cancellare uno dei cerchietti bianchi della tabella che ha lo stesso colore dell’insegna, aggiungendo quindi un punto ai 2 di base prestampati.
A fine partita si passano in rassegna i sei territori e chi ha ottenuto il maggior numero di punti in ciascuno di essi (sommando i numeri colorati che sono stati marcati con i pennarelli in base ai lanci dei dadi) guadagna tanti PV quanti sono i cerchietti riempiti nella relativa tabella (più i due prestampati del suo colore).
Sul tabellone ci sono anche esagoni che contengono una “cassa” o un “capcake”: marcando col pennarello uno di questi esagoni si cancellano le relative icone sulle plance personali per ottenere dei bonus con le casse (numeri extra o pancakes da marcare sulla plancia) o PV extra a partire dal quarto capcake.
Le tessere aggiungono un bonus specifico a chi le sceglie, quindi la “divisione” in due riserve del giocatore di mano diventa il punto cruciale di ogni turno: bisogna considerare infatti quali sono i dadi che servono all’avversario per cercare di offrirgli una scelta interessante… ma sempre meno di quella che vorremmo fare per noi stessi.
E spesso si finisce per prendere una riserva poco interessante (per il nostro gioco) solo per non dare un vantaggio decisivo all’avversario.
Il nome scelto da Reiner Knizia per questo nuovo gioco (Marabunta) ha ronzato per giorni nella mia testa finché non mi sono ricordato di un vecchio film del periodo della moda per… disastri e cataclismi: grattacieli che crollano, terremoti, maremoti, meteoriti che rischiano di colpire la Terra e, appunto, una invasione di letali formiche. Il film si chiamava proprio “Marabunta: Minaccia alla Terra (oppure “La Legione delle formiche assassine”) e parlava di una invasione di formiche che distruggevano tutto sulla loro strada: cose e persone… brrr
In realtà queste formiche esistono davvero (ma non nelle “quantità” viste nel film, anche se una colonia può arrivare a circa 20 milioni di insetti) e si trovano soprattutto in Sud America: si sono guadagnate il nome di “marabunta” (che, nella traduzione letterale dallo spagnolo significa “folla”) perché procedono nella foresta come un fiume in piena, distruggendo tutto quello che è commestibile al loro passaggio.
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